Accadde oggi 9 aprile, tanti auguri a Thomas Doll: “Il giocatore più forte che ho allenato”

I fatti, i personaggi e le gare che si sono disputate il 9 aprile nella storia della Lazio. Il giorno in cui si celebra Thomas Doll, centrocampista tedesco dai numeri eccezionali

“Se penso al giocatore più forte e completo che ho mai allenato, il primo nome che mi viene in mente è Thomas Doll. Un calciatore eccezionale”. Le parole di Dino Zoff, rilasciate in una vecchia intervista, spiegano in modo dettagliato il valore del centrocampista argentino, che oggi compie gli anni. Doll ha vestito la maglia della Lazio agli inizi degli anni novanta, mettendosi in mostra in modo egregio.

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9 aprile
Accadde oggi 9 aprile, tanti auguri a Thomas Doll: “Il giocatore più forte che ho allenato” – lalazio.com

Uno dei centrocampisti più forti e completi che la Lazio ha potuto annoverare tra le sue fila. Una via di mezzo tra il classico incontrista, capace di aiutare la difesa, iniziare l’azione, regalare assist ai suoi compagni, e un numero dieci a tutti gli effetti, in grado con le sue giocate di accendere l’entusiasmo e risultare decisivo. Thomas Doll ha fatto impazzire il pubblico biancoceleste. Nei primi anni novanta ha entusiasmato l’Olimpico a suon di numeri incredibili. Ha formato con il connazionale Karl Heinze Riedle una coppia eccezionale. Dentro e fuori dal campo.

In Italia grazie a Gascoigne

Ha segnato gol belli ed importanti: ha regalato assist prima a Ruben Sosa e poi a Beppe Signori. Ma soprattutto ha sostituito in campo e nei cuori dei tifosi un idolo come Paul Gascoigne. “Se Gazza non si fosse infortunato, probabilmente la Lazio non mi avrebbe mai preso – ricorda a distanza di anni – Regalia infatti venne da me appena Paul si infortunò nella finale di Fa Cup con la maglia del Tottenham. Un infortunio bruttissimo”. Dagli abissi si risale sempre in superficie. Così dalla disperazione per l’infortunio di un fuoriclasse come Paul Gascoigne, la Lazio trova la forza di guardare oltre.Appena ho ricevuto la proposta della Lazio ho accettato immediatamente. In Italia si giocava il campionato più bello del mondo e c’erano i giocatori migliori. In più c’erano tantissimi tedeschi”.

Doll e Gascoigne
In Italia grazie a Gascoigne – lalazio.com

Erano anni in cui le squadre italiane dominavano in Europa e dove primeggiare in campionato non era semplice. Ci si scontrava con il Milan di Baresi, Costacurta e degli olandesi. Con la Juventus di Baggio e Schillaci e col Napoli di Maradona e Careca. La Lazio provava a risalire la china e a lottare per un piazzamento europeo. Thomas Doll non ha problemi di ambientamento. Si integra subito negli schemi di Zoff e nel campionato italiano. La partenza è straordinaria: nella sua prima gara, contro il Parma, Doll regala subito un assist a Stroppa. A Torino entra nell’azione del gol di Ruben Sosa, mentre ad Ascoli è il protagonista assoluto. “Mi ricordo che feci un assist e alla fine segnai un gol dribblando tre giocatori prima di insaccare. Quella trasferta ad Ascoli non la posso dimenticare. Segnare e fare dribbling ai difensori italiani non era semplice.

Doll e gli attaccanti

C’erano dei terzini tosti, atleticamente molto forti. Capitava anche di prendere delle belle botte. Per un fantasista non era mica facile”. Ma Doll non si faceva troppi problemi. Incantava per continuità di rendimento ed era in grado di innescare gli attaccanti con giocate di livello. Per il suo modo di giocare sembrava un fantasista, ma con il vizio del gol. Il suo bottino laziale recita settantatre presenze, dodici gol e una quindicina di assist. Con le sue giocate gli attaccanti andavano a nozze.

Doll
Doll e gli attaccanti – lalazio.com –

“Ruben Sosa un giocatore e una persona eccezionale. Era il cuore della Lazio. Aveva una botta col sinistro pazzesca. Segnava in ogni modo. Negli allenamenti l’ho visto calciare a piedi nudi ed era in grado di centrare l’incrocio dei pali con delle botte incredibili. Aveva un mancino impressionante”. Ottima l’intesa con il connazionale Riedle. “Era l’uomo dei colpi di testa. A me bastava alzare la palla in area di rigore, poi ci pensava lui. Ma non era solo bravo di testa. Aveva anche un’ottima tecnica individuale”.

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