I fatti, le partite e i momenti più significativi vissuti dalla Lazio nella sua storia il 15 aprile. Un compleanno speciale, di un calciatore rimasto nel cuore dei tifosi
Una serie di gare terminate in parità, alcune in modo clamoroso, ed un compleanno speciale: di un calciatore protagonista di una doppia avventura biancoceleste. Il mondo della Lazio celebra il 15 aprile in modo del tutto particolare. A compiere gli anni è uno dei talenti più puri che hanno vestito la maglia della squadra capitolina. E’ stato in grado di regalere sprazzi da fuoriclasse e giocate incredibili: gol, assist, dribbling, numeri di alta scuola.

Accompagnandoli anche a lunghe pause. Ha diviso il pubblico: tra chi ne ha sempre criticato la poca continuità (rimproverandogli le prestazioni non eccezionali) e chi invece ne ha esaltato i numeri e le prodezze. Un calciatore che ha fatto innamorare almeno due tecnici (Stefano Pioli e Maurizio Sarri), e che invece non ha legato con altri (Reja e Simone Inzaghi). Un numero dieci tra i più fantasiosi e completi.
15 aprile tanti auguri a Felipe Anderson
Stiamo parlando di Felipe Anderson, un talento eccezionale, capace di mettersi in evidenza con la maglia biancoceleste. E’ arrivato giovanissimo nella capitale, ha faticato la prima stagione (sotto la guida di Reja che lo ha tolto dalla prima squadra dopo un rigore fallito), poi è esploso con Stefano Pioli, trascinando (a suon di gol e giocate eccezionali), la Lazio al terzo posto. Con Simone Inzaghi in panchina, alti e bassi, fino al traumatico addio nell’estate del 2018.

A giugno del 2021 (in concomitanza con l’addio di Inzaghi), torna nella capitale, fortemente voluto da Maurizio Sarri, che in tre anni non gli fa saltare una sola partita. Felipe è una pedina fondamentale nella Lazio del tecnico toscano, che lo utilizza sulle fasce e (all’occorrenza) anche punta centrale. Con la Lazio colleziona 326 partite e 58 gol: numeri da vero fuoriclasse.
Batistuta rallenta la corsa scudetto della Lazio
Il 14 aprile del 2000, la Lazio viene fermata a Firenze dai viola: sullo stesso campo in cui l’anno precedente si infranse il sogno scudetto, Mihajlovic e compagni subiscono una brutta frenata, fermati ancora dalla Fiorentina sul 3-3. Una gara incredibile, con continui capovolgimenti di fronte. Viola avanti con Batistuta, Lazio che ribalta il risultato con Boksic e Nedved, prima della nuova rete viola di Chiesa. Mihajlovic prima sbaglia un rigore, poi ne trasforma un altro e riporta la Lazio avanti all’89’: ma un minuto dopo, Batistuta disegna una punizione magica, per il definitivo 3-3.

Il pubblico viola, nonostante l’accesa rivalità con la Juventus, che si stava giocando il titolo con la Lazio, esulta in modo inaspettato, con tanto di gesto dell’ombrello della signorw Cecchi Gori. Il modo con il quale gli uomini di Trapattoni (ormnai fuori dalla corsa scudetto) si sono giocati una gara alla morte contro la Lazio, resta ancora oggi un mistero. Uno sforzo che però non modificare il finale di stagione: i biancocelesti di Eriksson riusciranno a laurearsi campioni d’Italia.
Due pareggi firmati dai “maghi”
Il 15 aprile del 2007, la Lazio di Delio Rossi viene clamorosamente fermata dall’Ascoli, ultimo in classifica e già virtualmente retrocesso. I biancocelesti erano reduci da otto vittorie consecutive in campionato, erano arrivati a lottare per il secondo posto. Se avessero battuto l’Ascoli, Delio Rossi avrebbe eguagliato i nove successi di fila: record di Sven Goran Eriksson: ma ad Ascoli le cose non vanno per il verso giusto: la Lazio va due volte sotto e riesce a trovare il pareggio solo al 90′ grazie ad una prodezza di Luis Jimenez: il mago cileno arrivato a gennaio.

A distanza di dieci anni, il 15 aprile del 2017, arriva un secondo pareggio, firmato da un “altro mago”. Luis Alberto segna la sua prima rete con la maglia della Lazio, pareggiando la sfida sul campo del Genoa: lo spagnolo si inventa un tiro dalla lunga distanza, che beffa il portiere Lamanna e regala il pareggio ai biancocelesti. La prima prodezza di una lunga serie