La Lazio è chiamata giovedì contro i norvegesi a una rimonta molto complicata che però potrebbe diventare epica perchè aprirebbe prospettive inimmaginabili a inizio stagione
Lazio-Bodo/Glimt di dopodomani potrebbe essere una di quelle serate da ricordare per sempre. I biancocelesti infatti, dopo la pessima gara disputata al Circolo Polare artico la settimana scorsa, sono chiamati a ribaltare due gol di scarto per poter così accedere alle semifinali di Europa League. Un traguardo raggiunto dalla società biancoceleste soltanto in altre tre occasioni nei 125 anni di storia, un’impresa che lancerebbe gli uomini di Baroni tra le migliori quattro del torneo continentale.

Il derby rappresentava senza dubbio un importante spartiacque per la Lazio. La partita che non soltanto segna anno dopo anno la rivalità cittadina, ma avrebbe rappresentato in caso di risultato negativo il peggior viatico possibile per la gara di ritorno contro il Bodo e poi, di conseguenza, per il resto della stagione. Invece il fatto di essere usciti addirittura con il rimpianto di non aver vinto, ma solo pareggiato, una stracittadina giocata meglio dei rivali, ha lasciato delle buone sensazione di una ritrovata compattezza di squadra.
Comunque sarà una partita da ricordare
Bodo, derby, Bodo. Questo era il trittico di gare che in un modo o nell’altro avrebbe deciso la stagione biancoceleste. La sconfitta dell’andata in Norvegia aveva messo enorme pressione su tutto l’ambiente e un secondo risultato negativo anche contro i rivali cittadini avrebbe aperto crepe profondissime e fatto partire processi sommari su staff tecnico, giocatori e società.

La bella, ma sfortunata prestazione contro i giallorossi invece ha contribuito a ridare entusiasmo e speranze per provare giovedì sera a ribaltare lo 0-2 subito all’andata e acciuffare così una storica semifinale europea. La Lazio nella sua storia non è mai stata chiamata a compiere tante “remuntade”, alcune volte ha ripreso una sconfitta con un solo gol di scarto, mentre non è mai capitato di dover ribaltare una sconfitta con due gol di scarto.
Un risultato inedito nelle coppe europee
Quattro volte i biancocelesti sono stati chiamati a rimontare una sconfitta con un gol di scarto. La prima volta accadde nell’allora Coppa UEFA della stagione 1975/76, quando, per i trentaduesimi di finale, la squadra allenata allora da Corsini, subentrato al posto di Maestrelli già provato dalla malattia, affrontò il Chernomoretz Odessa allo stadio Olimpico con l’imperativo di ribaltare il gol di Doroscenko della gara d’andata. La gara di ritorno fu difficile e molto combattuta e soltanto un gol di Chinaglia all’ultimo minuto evitò l’eliminazione aprendo le porte ai tempi supplementari, dove una doppietta dello stesso Long John qualificò i biancocelesti ai sedicesimi di finale.

La storia ha concesso il bis due anni dopo, stagione 1977/78, quando la bella e divertente squadra allenata da Vinicio fu sorteggiata sempre nei trentaduesimi di Coppa UEFA, con i portoghesi del Boavista. La gara d’andata fu decisa dal gol di Vitor Pereira, ma al ritorno la Lazio giocò una delle migliori partite di quell’annata guidata da un ispiratissimo Vincenzo D’amico. La Lazio alla mezz’ora era già avanti di tre gol per finire poi per stravincere 5-0 con tripletta di Giordano e doppietta di Garlaschelli.
L’attesa del ritorno in Europa
Per 20 anni poi la Lazio, tra tanti bassi e pochi alti, non è più riuscita a qualificarsi per i tornei europei e soltanto nel 2001/02 sarò chiamata a rimontare uno svantaggio maturato nella gara d’andata. Un 1-2 subito a Copenaghen dalla squadra allenata allora da Dino Zoff nel preliminare di Champions League. Al ritorno una doppietta di Crespo, un gol di Lopez e uno di Fiore consegnarono il 4-1 della qualificazione. Poi nella stagione 2017/18, la Lazio di Simone Inzaghi, dopo aver brillantemente superato il girone preliminare di Europa League, affrontò i rumeni della Steaua di Bucarest perdendo la gara d’andata in Romania per 0-1.

Al ritorno però una tripletta di Immobile, un gol di Bastos e uno di Felpe Anderson, chiusero la pratica per 5-1 dopo neanche 70 minuti di gioco. Due volte nella sua storia i biancocelesti sono stati chiamati nell’impresa di rimontare 3 gol agli avversari, senza mai riuscirci però. La prima volta contro il Valencia nella Champions League del 1999/00, dopo aver perso 2-5 la gara d’andata al ritorno non bastò l’unico straordinario gol firmato Veron e nella stagione 2002/03, quando la squadra allenata da Mancini si arrese al Porto di Mourinho nella semifinale di Coppa UEFA dopo aver perso 1-4 la gara d’andata per pareggiare poi 0-0 la gara di ritorno con Claudio Lopez, che sbagliò anche un calcio di rigore.

Soltanto una volta la Lazio è stata chiamata a rimontare uno 0-2 subito in trasferta, quello contro il Fenerbahce, quarti di finale di Europa League del 2012/13. I biancocelesti non andarono oltre l’1-1 casalingo in una gara però disputata a porte chiuse per una squalifica inflitta dalla UEFA che privò la squadra dell’apporto dei suoi tifosi in una partita così importante.