I fatti i personaggi e le sfide più importanti disputate dalla Lazio il 18 aprile nella sua storia. Il ricordo di una gara di Champions League, rimasta nella storia
“Noi eravamo una Lazio fortissima, con grande forza mentale, che nove volte su dieci aveva una grande capacità di saper soffrire e di gestire benissimo determinate situazioni di gioco. Ma quando capitava quella gara in cui non ti riusciva nulla, e nella quale le tue caratteristiche, alle quali hai sempre fatto affidamento, venivano meno, non riuscivamo a metterci una falla. Successe a Valencia, dove prendemmo cinque gol”. Luca Marchegiani, ex portiere della Lazio, campione d’Italia nel 2000, ricorda la trasferta sul campo del Valencia, quarti di finale di Champions League.
Il 18 aprile del 2000, i biancocelesti provarono a recuperare lo svantaggio maturato all’andata allo stadio Olimpico, disputando una gara tosta, ma non riuscendo nella rimonta. Una gara che, ancora oggi, resta nella mente e nei cuori di tutti i tifosi biancocelesti e cher rappresenta un rimpianto incredibile.
18 aprile 2000, una rimonta a metà
La Lazio di Sven Goran Eriksson deve provare a recuperare il 5-2 della gara d’andata. Un match incredibile, dove i biancocelesti (in difficoltà per larghi tratti della sfida) riuscirono a segnare con Salas la rete del 4-2 ad un minuto dalla fine. Un gol che poteva riaccendere la speranza in vista del ritorno. Ma nell’azione successiva, arrivò il quinto centro spagnolo, segnato da Claudio Lopez, attaccante argentino già acquistato dalla Lazio per la stagione successiva. Nei giorni precedenti in Spagna qualcuno era arrivato a chiederne l’esclusione in campo, in quanto condizionato dall’affrontare i suoi futuri compagni. Nel ritorno la Lazio spinge e nel primo tempo sfiora tre volte il gol.
La rete arriva nella ripresa, grazie ad un gioiello balistico di Juan Sebastian Veron: un bolide dai trenta metri, che si insaccò sotto l’incrocio dei pali. I padroni di casa si gettarono disperatamente in attacco ed ebbero una grande occasione ad un quarto d’ora dalla fine con Conceicao, che quasi a porta vuota, fallì un tap-in ravvicinato. Se fosse riuscito a segnare, avrebbe trasformato l’Olimpico in una vera e propria bolgia, nel finale.
Due goleade della Lazio di Inzaghi
Il 18 aprile del 2018 la Lazio di Simone Inzaghi batte la Fiorentina 4-3 al termine di una gara incredibile, ricca di capovolgimenti di fronte e condizionata da una serie di errori arbitrali clamorosi a scapito della Lazio. Con i viola in dieci l’arbitro espelle Murgia, punendo una strattonata con Chiesa (dalle immagini si capisce che a iniziare il fallo e a trascinare l’avversario è il viola). Poi concede due rigori inesistenti alla Fiorentina e ne toglie uno (dopo averlo concesso) alla Lazio, tra lo stupore generale. I biancocelesti soffrono, reagiscono e alla fine riescono a vincere la sfida, grazie ai gol di Caceres, Felipe Anderson e ad una splendida doppietta di Luis Alberto (uno su punizione).
Tre anni dopo, il 18 aprile del 2021, la Lazio batte il Benevento 5-3, nel derby in famiglia dei fratelli Inzaghi. Una gara ricca di gol, colpi di scena e capovolgimenti di fronte, giocata nel desolante scenario dello stadio Olimpico vuoto per le restrizioni Covid. La Lazio si impone grazie alla doppietta di Immobile, gol di Correa e alle autoreti di Depaoli e Montipò, che ha anche respinto un calcio di rigore di Immobile.