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Accadde oggi 20 aprile: tanti auguri al presidente più amato. Un faro di lazialità

I fatti, i personaggi e le storie più significative che hanno visto come protagonisti i calciatori biancocelesti il 20 aprile: giorno in cui si festeggiano due compleanni speciali

La chioma bionda, la maglia numero otto e un tuffo in fondo al cuore di ogni vero laziale. Andrea Agostinelli è stato il sostituto naturale, se non ideale, di Luciano Re Cecconi. Ne ha ereditato la maglia, lo ha sostituito nell’undici titolare e ha cercato, con le sue giocate e il suo spirito, di lenire la profonda ferita che ogni tifoso biancoceleste si portava dietro dopo la prematura scomparsa di Cecco.

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Il centrocampista biancoceleste è nato a Roma il 20 aprile del 1957. I tifosi biancocelesti degli ani settanta, si sono aggrappatio a lui per lenire la sofferenza dell’addio al loro idolo. “Stessa maglia, stessi capelli, stessa posizione, seppure con caratteristiche completamente diverse: lui era forte nella corsa, nella lotta, era un vero incontrista. Io ero più tecnico. Fu un eredità pesante”, ha confidato ai nostri microfoni.

20 Aprile, tanti auguri ad Andrea Agostinelli

Con la maglia della Lazio Andrea Agostinelli ha collezionato novantuno gare, oltre a tutti i match disputati con la squadra Promavera (con la quale vinse uno scudetto, con Bob Lovati in panchina). Settantacinque le partie in serie A, con due gol (contro il Genoa, nel 1976 e il Pescara nel 1977), undici in Coppa Italia e cinque in Coppa Uefa. Ma mai nessun numero potrà spiegare l’affetto che ha legato Andrea Agostinelli ai colori biancocelesti.

Andrea Agostinelli – lalazio.com

“Solo chi è stato alla Lazio sa cosa vuol dire gioire e soffrire per questi colori. Che ti restano dentro. Esordire è stato il coronamento di un sogno. Ricordo ancora la data del mio esordio in serie A: 19 ottobre 1975: Perugia-Lazio. Ricordo tutto di quel giorno: le sensazioni pre partita, il ritiro, lo stadio pieno. L’arbitro era Michelotti. Avevo diciotto anni. L’emozione finì subito, giocai novanta minuti e venni premiato come uno dei migliori in campo”.

Auguri al presidente più amato: emblema della lazialità

Una vita alla Lazio, una vita per la Lazio: il 20 aprile del 1957 nasce a Roma Antonio Buccioni, il presidente della Polisportiva Lazio. Il successore naturale di Renzo Nostini, un uomo che ha dedicato gran parte della sua vita al concetto di Lazialità, che ha espresso, manifestato e difeso in più di un’occasione.

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Antonio Buccioni ha presieduto per anni il Circolo Canottieri Lazio, punto di riferimento del mondo biancoceleste e dopo aver ricoperto un’infinità di ruoli all’interno della società capitolina, ne è diventato presidente della Polisportiva. Attento ad ogni singola vicenda che riguarda le varie sezioni, Antonio Buccioni è uno dei più alti esponenti del mondo biancoceleste. Una guida per migliaia e migliaia di tesserati che ogni giorno scendono in campo con la Lazio nel cuore.

Sampdoria-Lazio, il manifesto simbolo di Zemanlandia

Sampdoria-Lazio, disputata allo stadio Marassi di Genova il 20 aprile del 1996 rappresenta a tutti gli effetti il manifesto simbolo del calcio zemaniano. La gara che più di ogni altra ne evidenzia in modo inequivocabile i pregi e i difetti. Sei gol, una grande mole di gioco offensiva, abbinata all’assoluta incapacità di sapersi difendere.

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Lazio tre volte in vantaggio e tre volte recuperata da una Sampdoria piena zeppa di calciatori che avrebbero poi fatto le fortune della squadra biancoceleste negi anni successivi: Eriksson, Mancini, Mihajlovic e Chiesa. Per gli uomini di Zeman rete di Casiraghi e doppietta di Beppe Signori; per la doria in gol Belleri, Mancini e Chiesa, che pareggia nel recupero.

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