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Accadde oggi 21 aprile: maledetti rigori. Tre errori consecutivi in pochi secondi!

I fatti, le gare e i momenti più significativi accaduti nella storia della Lazio il 21 aprile. Giorno in cui due campioni biancocelesti falliscono in modo clamoroso tre rigori consecutivi

L’eliminazione della Lazio ai calci di rigore contro il Bodo Glimt rappresenta una delle delusioni più grandi per i tifosi biancocelesti nella storia delle gare europee della Lazio. E allo stesso tempo ha portato l’ambiente e gli addetti ai lavori a porsi domande sull’abilità dei calciatori laziali dal dischetto.

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Accadde oggi 21 aprile: maledetti rigori. Tre errori consecutivi in pochi secondi! – LAlazio.com – La Presse foto

I rigori sono un mix di destrezza, bravutra, precisione e fortuna: esistono dei veri e propri specialisti, mentre altri preferiscono non cimentarsi dagli undici metri. Ma anche i più bravi, possono andare incontro a degli errori grossolani. Nella storia della Lazio esistono due calciatori che nella loro storia hanno calciato decine e decine di rigori. Ma che in una sola gara sono stati capaci di sbagliarne tre: uno dopo l’altro.

21 aprile 1984, Giordano torna al gol

Il 21 aprile del 1984 la Lazio allenata da Carosi affronta il Napoli: un crocevia fondamentale per la salvezza. Tra i biancocelesti, dopo mesi di assenza, torna Bruno Giordano. Il bomber trasteverino si era operato al menisco dopo il brutto ko di Ascoli ed è stato miracolosamente rimesso in campo a tempo di record. “Ricordo che il dottor Ziaco ci ha confidato – mi disse che ci sarebbero voluti sette mesi prima di tornare in campo, ma la Lazio mi rimise in piedi dopo soli novanta giorni. La squadra stava lottando per non retrocedere. Il presidente Chinaglia e il tecnico Carosi, mi dissero che mi volevano a tutti i costi in campo. Un po’ per fare qualche gol, ma anche per dare una scossa. Io ero un giocatore che stava nel giro della nazionale ed erano convinti che, con la mia presenza in campo, avversari e arbitri avrebbero avuto un atteggiamento diverso nei confronti della squadra”.

21 aprile 1984, Giordano torna al gol – lalazio.com

Inizia la gara e dopo cinquanta secondi, Giordano si avventa su un assist di Laudrup e al volo insacca alle spalle del portiere del Napoli Castellini: “Feci gol al primo minuto della mia prima gara dopo tre mesi di assenza. Ricordo l’assist di Laudrup, io chiusi gli occhi e tirai al volo. Fu un bel gol, ma il momento più bello fu quando presi un calcio da Kroll sullo stesso ginocchio infortunato. In quel momento capii che dal punto di vista osseo stavo bene e potevo tranquillamente giocare. Mi mancava il tono muscolare, ma stavo bene. E fu importante”.

Quando D’Amico e Giordano fallirono tre rigori

Sull’1-0 per la Lazio, a metà primo tempo, accade un episodio incredibile. L’arbitro assegna un calcio di rigore a favore della Lazio. SUl dischetto si presenta Bruno Giordano, che ricorda perfettamente cosa accadde: “Batto il primo penalty, Castellini, il portiere del Napoli lo para ma io mi avvento sulla ribattuta e segno. Purtroppo molti giocatori entrarono in area e l’arbitro fece ripetere. Io devo ammettere che tornai sul dischetto abbastanza tranquillo e sicuro di far gol, ma Castellini era un ottimo portiere e parò nuovamente il tiro. L’arbitro però vide ancora movimento in area prima del tiro e fece ripetere per la terza volta”.

Quando D’Amico e Giordano fallirono tre rigori – lalazio.com20250421

A quel punto arriva Vincenzo D’Amico. Il fantasista laziale è uno specialista dal dischetto e in quella stagione, in assenza di Bruno Giordano, si è trovato a calciare dei penalty pesantissimi: “Erano situazioni terribili”, ci ha raccontato in un’intervista realizzata qualche anno fa. “Non puoi neanche immaginare quanto scottasse quel pallone. Non ci fu un solo rigore non decisivo. Tutti calciati o sullo 0-0, quindi per sbloccare il risultato, o sull’1-0 per loro, il classico rigore decisivo che ti permette di portare a casa il punto, o sul risultato di parità. Ripeto: tutti rigori decisivi. E tutte le volte che andavo a battere, ricordo che prendevo la palla, la sbattevo a terra per allentare la tensione, iniziavo a respirare a fatica. Io ero solito piazzare il tiro dal dischetto. Quei rigori invece li ho tirati sempre forti, spesso centrali e senza guardare, Perchè avevo davvero paura”.

Contro il Napoli però, tentò una cosa diversa: provò a piazzarlo, angolandolo. La palla terminò sul fondo. Terzo tentativo consecutive e terzo errore. “Ma fu Vincenzo – scherza Giordano – a sbagliarlo. I miei errori a quel punto non contavano più. Il rigore fallito è stato solo il suo. Scherzi a parte, fu una scena molto particolare. Non credo si sia mai vista sui campi di gioco”.

 

 

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