La Lazio è chiamata allo sprint decisivo per provare a conquistare quel piazzamento nella coppa più importante per il prossimo anno
Dopo la bruciante delusione dell’eliminazione alla lotteria dei calci di rigore dall’Europa League, che ha impedito ai biancocelesti di centrare una storica qualificazione alle semifinali di una competizione europea, la Lazio ha immediatamente rialzato la testa andando a espugnare lo stadio di Marassi contro il genoa per 2-0 grazie a due gol dei suoi attaccanti, Castellanos e Dia. Una vittoria che comunque sottolinea il buon momento di forma della squadra che sembra aver superato l’appannamento fisico mostrato durante il terribile ciclo di 7 partite in 22 giorni a cavallo tra marzo e aprile.
Con la finale di Coppa Italia tra Milan e Bologna sono molto aumentate le possibilità che, dopo che le prime quattro posizioni della classifica finale del campionato qualificheranno direttamente per la Champions League, soltanto il quinto posto darà il pass per la prossima Europa League, mentre il sesto posto in campionato risulterà utile soltanto per la qualificazione alla Conference League.
La Lazio è chiamata al rush finale
Gli uomini di Baroni, dopo l’eliminazione dall’Europa League, si rilanciano in campionato andando a vincere sul difficile terreno del Genoa e, grazie alla inopinata sconfitta della Juventus a Parma, sono tornati a soltanto un punto di distanza dal quarto posto che assicura la qualificazione alla prossima Champions League. I biancocelesti sembrano aver ritrovato smalto e brillantezza fisica soprattutto negli uomini che hanno sempre rappresentato lo zoccolo duro della squadra che il tecnico toscano ha avuto in testa fin dal ritiro di Auronzo di Cadore.
Finalmente, a parte Nuno Tavares e il problema avuto nell’ultima partita da Lazzari, l’infermeria sembra essersi finalmente svuotata e Baroni ha potuto rimettere in campo il suo undici ideale. In tutta la stagione abbiamo visto, soprattutto nella fase ascendente, il tecnico ruotare molto i suoi giocatori, però mantenendo sempre in campo quei 3 o 4 giocatori considerati davvero imprescindibili.
I giocatori di cui non ha mai fatto a meno
Un paio di difensori, due centrocampisti e almeno due attaccanti. Questa è stata l’ossatura titolare su cui Marco Baroni ha costruito il suo giocattolo, al netto ovviamente di infortuni o squalifiche che hanno obbligato a fare delle scelte diverse. Con più di 3000 minuti disputati troviamo infatti ben 5 giocatori: Marusic e Romagnoli in difesa, Guendouzi e Rovella a centrocampo e Zaccagni tra i cosiddetti attaccanti. Subito dietro troviamo un altro difensore, Mario Gila poco sotto la fatidica soglia dei 3mila minuti disputati. Emerge chiaro come questi giocatori siano quelli considerati intoccabili dal tecnico, i giocatori intorno ai quali poi sono stati ruotati tutti gli altri.
Poi ci sono alcuni giocatori che hanno fatto registrare molte presenze, ma con qualche minuto in meno perchè sono quelli più soggetti al turn over a partita in corso, Isaksen ad esempio è uno di questi. Il danese ha avuto una crescita esponenziale in questa stagione e con oltre 2600 minuti è uno dei più impiegati anche se per il particolare ruolo dispendioso che ricopre molte volte non ha completato le varie partite. Poi troviamo i due attaccanti che quando sono riusciti a giocare in tandem al centro dell’attacco biancoceleste hanno praticamente sempre fatto vincere la Lazio, ma entrambi sono stati fermati in stagione da vari problemi fisici. Ora sembrano essere tutti a disposizione e Baroni prova a realizzare un piccolo capolavoro Champions affidandosi proprio ai suoi fedelissimi.