Prima il gol che ha infiammato l’Olimpico, poi l’errore dal dischetto: l’incredibile notte di Noslin. Al quale resta la soddisfazione di aver centrato un piccolo record
Dalle stelle alle stelle: tutto in poco più di trenta minuti. Nel finale di Lazio-Bodo Glimt c’è tutta la stagione di Tijjani Noslin: l’esemplificazione più dettagliata e completa del motto: “Vorrei, ma non posso”... o forse “Vorrei, ma non riesco“. L’attaccante olandese, arrivato nella scorsa estate dal Verona, sembrava sul punto di ritagliarsi una notte da eroe: entrato all’88’, aveva impiegato quattro minuti a segnare il gol che aveva portato la Lazio ai supplementari e ad allontanare gli spettri del derby.

Stessa curva, situazione simile: un corner battuto in area, la spizzata di un compagno e il movimento sul secondo palo. Mentre nella sfida con la Roma Noslin aveva sbagliato l’impatto con il pallone, contro il Bodo si è fatto trovare pronto all’appuntamento, insaccando la sfera alle spalle del portiere e regalando all’Olimpico una rete che sembrava destinata ad aprire alla Lazio le porte delle semifinali di Europa League.
Noslin, dalla gioia alla disperazione: il leit motiv della sua stagione
Noslin sembrava destinato a diventare l’uomo della provvidenza: nella corsa sotto la Curva Nord c’era una forma di riscatto dopo mesi di attesa e di chance gettate alle ortiche. Nel corso dei supplementari poi, l’olandese aveva dato seguito ai buoni propositi, gestendo palloni complicati, facendosi trovare pronto e giocando con intelligenza. Noslin era stato uno dei migliori, ma ha rovinato tutto, calciando un rigore in modo pessimo: ha angolato troppo il tiro, spedendolo al lato.

Come era già accaduto in altre occasioni in questa stagione, quando l’olandese sembrava sul punto di esplodere, si è bruscamente fermato. Quando tra settembre e ottobre andò in gol con Torino e Genoa, nel giro di poche settimane, Baroni gli concesse fiducia, inserendolo titolare nelle due gare successive (contro Como e Cagliari). Il risultato? La sua partita è durata solo 45′: il tecnico lo sostituì all’intervallo in entrambi i match. Dopo la tripletta al Napoli in Coppa Italia e l’assist eccezionale per Isaksen al Maradona, Baroni lo utilizzò titolare contro l’Inter. Il risultato? Sullo 0-0 ha ciccato un pallone d’oro a pochi metri dalla porta.
Noslin e il record amaro: è l’unico della rosa ad esserci riuscito
Anche con il Bodo, Noslin ha dato seguito ai continui alti e bassi che lo hanno contraddistinto in questa sua prima stagione laziale: era entrato benissimo in partita, andando a segno e calandosi perfettamente nel tipo di gara che era necessario fare. Ma quel rigore, calciato in quel modo, ha rovinato tutto. Un vero peccato: per la Lazio e per l’olandese, al quale resta solo una consolazione. E’ l’unico calciatore della rosa che finirà la stagione avendo segnato in tutte e tre le competizioni: al momento ha messo a segno due gol in campionato (Torino e Genoa), tre in Coppa Italia (al Napoli) e uno in Europa League. Un record amaro, che npn riuscirà a festeggiare.

La speranza di Baroni è che il calcio di rigore fallito non si faccia sentire troppo in questo finale di stagione. “Abbiamo bisogno di tutti, anche dei calciatori che hanno fallito i rigori, che voglio ringraziare pubblicamente”, ha detto il tecnico a fine gara. Le condizioni precarie di Castellanos, la squalifica di Isaksen e il minutaggio di Pedro, potrebbero anche concedergli una chance a Genova, nel match contro i rossoblù. Ma che Noslin vedremo? Quello che era riuscito ad infiammare l’Olimpico o quello che ha calciato in modo goffo il suo rigore? Quello che ha fatto tripletta al Napoli, o quello che non ha saputo incidere nelle gare successive?